Approvato un’Ordine del Giorno presentato da Causi alla Camera

Nella seduta della Camera dei Deputati del 14 settembre, durante la discussione finale sulla manovra bis di ferragosto, è stato approvato un Ordine del Giorno sulle politiche urbane presentato, come primo firmatario, da Marco Causi.
L’Ordine del Giorno, che riproduciamo in calce, riprende i temi cari all’impegno di obiettivocomune: le città come nodo (snodo) della crescita e della coesione sociale, e come terreno di policy che non si esaurisce nel solo ambito delle politiche locali, ma ha bisogno di una diversa attenzione da parte di una vasta categoria di politiche nazionali. Fra l’altro, l’OdG impegna il Governo a predisporre un’Agenda urbana nazionale e a inserire a pieno titolo l’asse di intervento sulle città nel nuovo ciclo di politiche di sviluppo e di coesione 2013-2020, in coerenza con gli indirizzi comunitari.
Sulle posizioni espresse dall’Ordine del Giorno Causi si è registrata un’ampia convergenza, e un documento del tutto simile è stato presentato da Tabacci, esponente di Alleanza per l’Italia e Assessore al bilancio del Comune di Milano.
Ecco il testo approvato dalla Camera:

La Camera, premesso che:
le città sono i sistemi propulsivi del Paese, nelle quali si coagulano popolazione, attività, strutture formative, università e centri di ricerca, e dove si concentrano le sfide dell’esclusione sociale, dell’immigrazione, delle discriminazioni di genere, della disoccupazione, dell’ambiente e dell’innovazione;
esse costituiscono un forte potenziale del tutto inutilizzato per lo sviluppo qualitativo e la crescita economica dell’Italia, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei;
investire sulle città è necessario proprio in questo momento di drammatica crisi finanziaria, se si vuole puntare con decisione sullo sviluppo e sul recupero di competitività del Paese, anche al fine di rendere efficace il risanamento dei conti pubblici per conseguire il fondamentale obiettivo della riduzione strutturale del debito;
le città e le loro comunità vanno coinvolte a pieno titolo nell’impegno collettivo per uscire dalla crisi, mentre oggi sono del tutto escluse dalle grandi scelte nazionali e ne subiscono tutti gli effetti;
per evitare una ricaduta ulteriormente recessiva sull’economia e gravi ripercussioni sul welfare è necessaria un’inversione di tendenza rispetto alle diverse manovre di finanza pubblica che hanno penalizzato regioni ed enti locali, producendo una forte riduzione degli investimenti e della spesa sociale;
dalla crisi si può uscire solo rafforzando l’unità politica europea, dotando l’Unione di istituzioni in grado di sostenere la moneta unica;
la strategia Europa 2020, per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, prevede il raggiungimento di obiettivi occupazionali, ambientali, di contrasto alla povertà, di formazione e di sviluppo della ricerca che richiedono un ruolo attivo delle città;
la Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale della Commissione europea del novembre 2010 propone di sviluppare, per il prossimo periodo 2013-2020, una «ambiziosa agenda urbana» che permetta alle amministrazioni cittadine di essere direttamente coinvolte nell’elaborazione delle strategie di sviluppo;
quasi tutti i paesi europei hanno politiche urbane nazionali e specifiche strutture di governo ad esse dedicate, mentre in Italia non vi è alcuna politica specifica per le città ed esiste una grande frammentazione delle iniziative pubbliche;
la dimensione urbana nella programmazione dei Fondi strutturali 2007-2013 fa perno sul ruolo delle regioni, mentre a livello centrale vi sono diverse strutture ministeriali (Presidenza del Consiglio dei ministri, CIPE, Ministero dell’economia e delle finanze, Ministero dell’interno, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero dello sviluppo economico, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Conferenza Stato-città e autonomie locali e Conferenza unificata, solo per citare i principali) che hanno competenze relative alle città senza alcun coordinamento tra di loro;
tutto ciò premesso, ai fini di dotare anche il nostro Paese di una politica nazionale per le città,
impegna il Governo a:
1. predisporre un’agenda urbana nazionale, in coerenza con quella proposta dalla Commissione europea per la politica di coesione 2013-2020, aggiornata periodicamente nel suo stato di attuazione attraverso gli strumenti annuali della programmazione e del bilancio (Documento di economia e finanza, Programma nazionale di riforma, Legge di stabilità);
2. costituire un comitato interministeriale per le politiche urbane, affidando una delega specifica ad un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri;
3. favorire e promuovere l’adozione di specifici provvedimenti normativi e programmi di azione specificatamente rivolti alle città nei seguenti campi: istituzioni e democrazia urbana; autonomia finanziaria locale; politiche per l’eguaglianza di genere; lavoro e sviluppo locale; welfare, immigrazione e sicurezza urbana; governo del territorio; economia verde; infrastrutture e mobilità; sviluppo digitale ed economia della conoscenza; cultura.

 

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