LA CITTÀ OLTRE LA CRISI
di INNOCENZO CIPOLLETTA
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Fra le tendenze del dopo crisi, tra le altre, ve ne sono tre molto rilevanti.
1. Una globalizzazione a Oriente, con lo sviluppo dell’Asia. Questo processo genera una forte crescita mondiale centrata sui paesi emergenti.
2. Un forte indebitamento dei paesi industriali che nei prossimi anni avranno poche risorse pubbliche per finanziare infrastrutture e progetti.
3. Una crescita dell’innovazione alimentata dal boom di ricercatori scientifici nel mondo. La ricerca diviene un vero settore economico. La prossima frontiera è il corpo umano, con la Scienza della Vita.
L’Italia è mal messa nei confronti di queste tre tendenze (esporta, ma poco, in Asia; ha un forte debito pubblico; dedica poche risorse alla ricerca). Ma le città possono e devono inserirsi in queste tendenze. Ciò vale in particolare per Roma.
Internazionalizzazione. Roma deve far parte di quella sorta di paese mondiale formato dalle città internazionali (New York, Londra, Parigi, Shangai, ecc.). Esiste una (vasta) popolazione che vive fra queste città per affari, affetti, svago e modo di vita. Per essere una città internazionale deve essere accogliente ed efficiente.
Lavorare con le regole Non essendoci molte risorse finanziarie, la politica economica va fatta con le regole, imponendo obiettivi alla popolazione e operando con premi per chi si attiene alle regole in anticipo e sanzioni per chi ritarda. I campi di tali politiche sono molti:
– Manutenzione e rifacimento delle facciate dei palazzi con cadenza periodica (ad esempio, ogni 10 anni).
– Conservazione di energia.
– gestione dei rifiuti.
– mobilità e spazi di parcheggio.
– commercio.
Regole e obblighi ben stabiliti possono generare la nascita di nuove imprese per la nuova domanda urbana.
Innovazione e ricerca Roma deve investire sulle sue università e sui centri di ricerca puntando su talune specialità per divenire parte di una rete della ricerca mondiale. Dalla ricerca nascono imprese e la città diviene centro internazionale e di attrazione di intelligenze del mondo.
IL MANIFESTO DI “obiettivocomune”
Abbiamo un obiettivocomune: riprenderci la politica. Abbiamo un obiettivocomune: rimettere al centro dell’impegno politico le competenze, lo studio attento delle questioni, la valorizzazione del pensiero e delle esperienze. Abbiamo un obiettivocomune: restituire passione alla politica. Abbiamo l’obiettivo di ritrovare uno spazio comune. La città, che è il luogo di lavoro, produzione, consumo, ineguaglianze, disagio, inefficienze. La città, che può essere luogo di sviluppo, integrazione, aggregazione. Abbiamo l’obiettivo puntato sui Comuni, sulla vita delle istituzioni cittadine, sui centri di potere. Il monitoraggio attento delle decisioni pubbliche e delle pratiche di governo locale sarà il nostro strumento per immaginare e definire una nuova politica nazionale e generale.